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OSTEOPATIA E ORTODONZIA

Nell’ambito delle problematiche dell’apparato stomatognatico, l’Osteopatia si è dimostrata un fondamentale ausilio terapeutico per lo specialista Odontoiatra. Una “bocca sana” adempie efficacemente a tutte le molteplici funzioni tra cui: masticazione, deglutizione, fonazione, respirazione, funzione cognitiva-emotiva, sviluppo posturale discendente della colonna vertebrale ecc.
La valutazione osteopatica permette di comprendere gli effetti della malocclusione sull’intero organismo, ma anche di capire se ci sono effetti compensatori della postura dell’individuo che ricadano sulla sfera craniale e mandibolare.
La collaborazione fra Osteopata e Odontoiatra è fondamentale per la risoluzione di tutte le problematiche elencate e per un ottimo risultato multidisciplinare, nel minor tempo possibile e con effetti duraturi, è imprescindibile la conoscenza e la stima della professione reciproca. 
Il concetto di base su cui si fonda l’integrazione delle professioni è il rispetto del movimento fisiologico delle ossa del cranio; ne consegue lo studio propriamente osteopatico che lo schema compensatorio craniale può avere sulla postura del corpo.
E' sorprendente scoprire quanti siano i problemi dentali che hanno cause meccaniche nella sfera cervico-cranio-mandibolare. 
Tra i problemi comuni più trattati vi sono:

  • problemi all'articolazione temporo-mandibolare (es. click ATM)

  • algie dentarie e ai muscoli mimici

  • problemi ortodontici

  • bruxismo

  • maloccluisioni

  • sintomi da estrazione dentaria traumatica

I muscoli facciali e quelli della deglutizione sono i più sollecitati nell’attività quotidiana dell’uomo; a differenza dei muscoli spinali della colonna vertebrale, infatti, possono essere stressati anche quando la forza di gravità è assente. Perciò è importante che il rapporto mascella-mandibola sia corretto, per poter liberare le tensioni muscolo-fasciali delle strutture adibite alla masticazione e deglutizione ed avere un corretto bilanciamento della lingua, che influisce positivamente sulla respirazione e sui tre diaframmi del modello osteopatico: cranico, respiratorio e pelvico.
Nel bambino se questo modello non viene rispettato si può creare il cosiddetto palato “stretto” con conseguente sovrafollamento dentario e disfunzione posizionale della lingua che non trova lo spazio adeguato all’interno della bocca.
La correzione dentaria ortodontica diventa a questo punto la terapia consigliata, tuttavia essa deve essere supportata dalla manipolazione osteopatica che crea il rilascio tessutale delle strutture craniali e mandibolari che sono i perni dove si innestano le arcate dentarie.
I trattamenti ortodontici, seppur necessari, hanno effetto spesso negativo sul normale funzinamento del MRP, e possono avere ripercussioni sull'intero corpo. Enormi stress sono inflitti alle ossa della faccia oltre che sull’ATM quando i denti vengono mossi nel loro alveolo per essere riposizionati dall’apparecchio, causando così restrizioni o blocchi delle suture craniche e del MRP. I sintomi più comuni sono cefalee, irritabilità, mancanza di concentrazione, click articolare, torcicollo, abbassamento delle difese immunitarie, tensioni muscolo scheletriche. 
Nel caso di lavoro ortodontico correttivo sui bambini, il consiglio è dunque quello di abbinare sempre dei trattamenti osteopatici, richiedendo fin dal principio una stretta collaborazione e comunicazione fra le due professioni.

OSTEOPATIA E CHIRURGIA ODONTOIATRICA

Qualsiasi intervento odontoiatrico che determini modifiche occlusali (apparecchi ortodontici, protesi, estrazioni dentarie) comporta un adeguamento posturale discendente dal cranio verso la colonna vertebrale.
L’intervento dell’Osteopata può facilitare questo adattamento o può alleviare i sintomi ad esso correlati.
L’Osteopatia è particolarmente utile nei casi di trattamento ortodontico, di ricostruzione dell’occlusione o per trattare problemi a carico dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM), creati da estrazioni dentarie difficili oppure da protesi e innesti ossei che creano forti stress nelle ossa facciali del cranio.
Il primo passo è scegliere il momento terapeutico dell’intervento osteopatico.
Nel caso in cui l’Ortodontista esegua lavori molto prolungati e voglia preparare i tessuti prima della correzione, l’osteopata lavorerà in anticipo, per creare malleabilità delle suture e ritmo cranio-sacrale, individuando le disfunzioni della SSB (Flessione, estensione, torsione, side-bending rotation, strain veticale o laterale) e dell’ATM, correggendole e rendendo così la terapia ortodontica più efficace e meno invasiva. 
In quest’ottica è importante che l’osteopata tenga sempre sotto controllo il quadro clinico del paziente attraverso controlli periodici, per non perdere la situazione di omeostasi dinamica dei tessuti e del ritmo cranio-sacrale.
Quando vengono eseguiti lavori di chirurgia come protesi o estrazioni dentarie, il trattamento osteopatico viene eseguito al termine di tutto per ripristinare una situazione di equilibrio che inevitabilmente è andata persa per l’invasività della chirurgia sui tessuti craniali.
L’osteopatia in questo caso ha il compito di ricostruire un’occlusione funzionale a tutta la postura corporea e far ciò essa si avvale di tecniche manipolative sui tessuti aggrediti dalla chirurgia, sui muscoli e legamenti dell'ATM, e anche sul tratto cervicale che in maniera indiretta può essere interessato da questa problematica. Tuttavia particolarmente rilevante per la professione osteopatica è l'approccio CRANIO-SACRALE, che avviene sempre attraverso manovre correttive dolci e non aggressive per il ripristino funzionale dell’MRP.
La valutazione del meccanismo respiratorio primario(MRP), il motore che anima il sistema cranio sacrale, deve essere sempre presa in considerazione nella diagnosi e terapia osteopatica in quanto rappresenta un feed back molto sensibile per valutare l'impatto della disfunzione discendente dal cranio verso il bacino nel caso di malocclusione.

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